Cenni storici
Si ritiene che Mirano abbia radici romane.
E' uno dei più importanti esempi di sistema viario ed agrario dell'impero romano, noto
come graticolato o reticolato romano. Questa opera d' ingegneria e di pianificazione
o "centuriazione", dalle proporzioni rigorosamente geometriche, è nettamente visibile
dall'alto per la sua conformazione a maglie uguali, con strade ad angolo retto e lunghi
rettilinei orizzontali che si intersecano ad intervalli regolari.
Non a caso il toponimo Miranum, "osservatorio", farebbe desumere che vi si trovasse un
piccolo presidio militare per salvaguardare quel ricco circondario.
Prima nucleo militare murato del feudo trevigiano, poi conquistato dai longobardi, assoggettato
alle Signorie di Padova per la sua posizione geografica, fu costantemente coinvolta nelle
frequentissime guerre che sino al XIV secolo insanguinarono e desolarono la zona per i
contrasti di Venezia, Padova e Treviso. Subì le tirannie di Ezzelino da Romano, finché le
autorità di Padova decisero di rafforzare il castello di Mirano nel 1272 e di dotarlo di un
presidio di ben 300 fanti e 200 cavalieri. Ma Cangrande della Scala, in guerra contro Padova,
assalì e distrusse completamente il Castello di Mirano.
Sconfitti i Carraresi e passata la città patavina alla Repubblica di Venezia nel 1405,
Mirano perse la sua importanza strategica ma godé di circa 3 secoli di pace, a parte le
devastazioni apportate dai mercenari durante la guerre provocate dalla Lega di Cambrai
(1509 - 1517). Mirano seguì le vicissitudini della Repubblica Serenissima fino all'unità
d'Italia nel 1860. Con il passaggio alla Repubblica di Venezia, Mirano venne dotata di un
complesso di mulini per la macinazione di cereali consentendo un florido sviluppo dei traffici
commerciali con Venezia e Padova. Fra la fine del '500 e l'inizio del '600 il fiume Musone,
che sfociava in laguna, venne deviato verso la Brenta e con questa in mare, con la costruzione del canale Taglio.
Quei secoli segnarono anche l'acquisto delle campagne miranesi da parte della nobiltà veneziana,
che al centro dei poderi, costruì splendide dimore ove trascorrere i periodi di villeggiatura,
incentivata dalla possibilità d'accedervi risalendo le sue allora limpide e pigre acque.
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Negli ultimi anni Mirano è stato inserito negli itinerari dedicati a Giambattista e
Giandomenico Tiepolo. Giambattista, il padre, impreziosì la chiesa arcipretale di San Michele
Arcangelo con la Pala di Sant'Antonio.
Giandomenico, il figlio, ebbe una predilezione per Mirano,
tanto da soggiornare a lungo nella piccola villa acquistata dal padre nel 1757 in frazione di Zianigo, ed affrescarla con i famosi "Pulcinella" oggi a Ca'Rezzonico a Venezia.
A Zianigo rimangono sinopie, mascheroni di satiri e sovrapporte con animali.
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Ogni lunedì a Mirano si svolge il tradizionale mercato.
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